IMPORT-EXPORT

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LE COSE, nel nostro beneamato paese si stanno mettendo sempre peggio. Purtroppo.

Lo sappiamo,  ne siamo coscienti, cerchiamo soluzioni ma per qualche strana volontà del destino tutto finisce inesorabilmente in malora. Occorre a questo punto fare una breve cronistoria di come sono andate le cose in questi ultimi anni;

Nel 2001 a seguito della legalizzazione delle droghe leggere in parlamento passò il voto, a stretta maggioranza, favorevole alla legalizzazione delle droghe medie e per fare trentuno da trenta, anche di quelle pesanti. Fu una conquista sociale di ampio respiro, era una legislazione che consentiva una grande affermazione delle libertà individuali e tutto il mondo ce la invidiava.

Ma non era tutto rosa e fiori e il rovescio della medaglia non tardò a rivelarsi: nel breve volgere di un lustro le cose precipitarono, il prodotto interno lordo prima subì un rallentamento e poi iniziò a calare rapidamente. Gli unici consumi che reggevano erano quelli legati all’uso di sostanze stupefacenti: si fermò il mercato immobiliare, quello alimentare, l’abbigliamento, il turismo, l’import-export. L’unico settore commerciale che sembrò non subire questo effetto-domino fu la vendita dei SUV.

Intanto La produzione industriale non reggeva più la concorrenza delle altre nazioni, molte ditte furono costrette a chiudere e la presenza delle nostre squadre di calcio più blasonate sparì dalle competizioni europee per un decennio.

Il nostro Paese insomma sprofondò in fondo alle classifiche internazionali in tutti i settori. Le nazioni tradizionalmente amiche ci voltarono le spalle:  niente più credito, a fronte di un debito crescente. Risultato: crisi economica. Bisognava fare qualcosa.

La notte del 31 dicembre 2014 Si riunirono in seduta straordinaria le più alte cariche dello stato e i rappresentanti dei settori di vitale importanza per l’economia: il Ministero del Gioco d’Azzardo, il Ministero del Contrabbando, quello per lo Sfruttamento della Prostituzione Minorile e quello per la Pianificazione Territoriale per la Svendita di Aree da Adibire a Discariche per Paesi Abbienti.

Alla fine di un aspro dibattito si decise di adottare la linea proposta dal ministro degli esteri: convincere i paesi produttori di materie prime come la Colombia, l’Honduras e l’Afganistan a darci delle massicce forniture in cambio di opere d’arte di cui per fortuna eravamo, senza una giustificazione logica, ancora strapieni.

Questi paesi, contattati per via diplomatica, iniziarono con noi una lunga trattativa, ma intanto la gente nel nostro paese soffriva sempre di più, manifestazioni di protesta sempre più violente misero a ferro e a fuoco molte città e la situazione sembrò per un momento fuori controllo.

Per tappare le falle più gravi Intanto il governo varò d’urgenza una legge straordinaria  e all’unanimità, che proibiva l’uso, la detenzione e la vendita di sostanze che favoriscono l’insorgenza di comportamenti violenti, come il Drago-speed, il Kalyuga, il Patatrak etc. e questo consentì alle forze dell’ordine di riportare una certa calma tra le popolazioni sconvolte.

Fu varato un nuovo piano Marshall, non solo dai tre paesi citati, ma anche da altri interessati all’affare giunsero tonnellate di sostanze di prima scelta, aerei cargo paracadutarono casse e casse di oppiacei mentre navi container approdarono nei nostri porti per caricare la merce di scambio, roba senza alcun valore commerciale prese il largo: si svuotarono il Poldi-Pezzoli,  gli Uffizi, il museo egizio di Torino e innumerevoli altri musei mentre la antica città di Pompei fu numerata, smontata e trasferita in California per farne una nuova Las Vegas, liberandoci così da un annoso problema di manutenzione.

Dobbiamo annotare che ci fu un lungo braccio di ferro con lo Staterello d’Oltretevere, che si oppose alla cessione della Cappella Sistina e dei musei Vaticani. Finì con un nulla di fatto: non vollero contribuire a risolvere l’emergenza nazionale adducendo sterili motivazioni morali.

Per ora possiamo affermare, grazie al decisivo intervento della nostra classe dirigente, di aver superato la crisi più grave che il dopoguerra ricordi, sono stati fatti grossi sforzi e sacrifici, ma adesso il tasso di popolarità dei nostri rappresentanti politici è tornato ai più alti livelli e la società ha ritrovato la sua serenità… eppure ho ragioni per credere che questa non sia che una felice parentesi di breve durata;

Se l’esperienza insegna, visti costi e benefici siamo ormai in molti tra esperti analisti e studiosi della società a nutrire seri dubbi sull’efficacia della legge per la liberalizzazione tout-court così come era stata concepita all’inizio, certo non si può tornare indietro nella conquista delle libertà, però lasciatemi dire :   beato quel paese che non ha bisogno di eroina!

G.E.

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