Il cotechino a motore

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Non so se iniziare a scrivere quanto segue e tanto meno ho in animo di consigliarne a voi la lettura, l’argomento è del tutto assurdo e indegno di nota.

Diciamolo a chiare lettere fin da subito: non si da alcuna possibilità che qualcuno realizzi mai un cotechino a motore.

Un motore, applicato a un qualsiasi oggetto dovrebbe servire a fornirgli un movimento oppure una forza. Per progettare un cotechino a motore occorrerebbe innanzitutto che ci fosse una forte richiesta di pubblico, mentre invece alla gente di solito piace che il cotechino resti fermo e  piuttosto che forte, sia morbido e tenero.

Eppure un punto in comune motore e cotechino ce l’hanno: sono entrambi opera dell’uomo, entrambi sono artifici, non esistono in natura.

Se vogliamo essere pignoli, estendendo il concetto di motore ai motori biologici, il suino ha capacità motorie e quindi le parti del suo corpo che vengono insaccate, intendo le parti magre, la cotenna e il lardo sono sospinte, vivo il maiale, dalla motilità propria dell’animale.

Il maiale è quindi in parte ma solo in parte un cotechino a motore. Ma questo non ci interessa.

Ci interessano di più le affinità morfologiche tra il cotechino e il motore. La forma cilindrica se vogliamo, ma anche la presenza essenziale della materia grassa in entrambi. Dico essenziale perchè senza grasso il motore si incepperebbe e non svolgerebbe correttamente la sua funzione; il cotechino dal canto suo perderebbe del tutto una delle sue qualità organolettiche più importanti, per cui senza il grasso nemmeno il cotechino, come il motore,  sarebbe quel che è. Non si scorgono per il momento altre affinità anche di minor pregio rispetto ai due soggetti in questione.

Poniamo invece adesso che un giorno divenga utile per qualcuno spostare il cotechino senza far ricorso a veicoli terzi per il suo trasporto.

Ne risulterebbe senz’altro un abbattimento del costo al dettaglio, per cui se invece di due progetti separati se ne realizzasse uno solo che li comprendesse entrambi il margine di guadagno e il risparmio ottenuto potrebbero mobilitare altre risorse oppure essere convogliate su altre più interessanti innovazioni bio-tecnologiche.

Ne consegue purtroppo che un siffatto progetto risulterebbe ausiliario e non di primaria importanza, ma poniamo lo stesso che si presenti o si voglia affrontare il problema dell’auto-trasporto del cotechino.

A questo punto bisognerebbe superare una forte impasse concettuale: mentre il progetto di un motore si sviluppa sulla base di calcoli e di competenze matematiche e meccaniche e viene redatto su carta o all’interno di un apposito software, il progetto del cotechino segue una strada del tutto diversa, il suo concepimento è abbastanza semplice, non occorre di solito scriverlo e la meccanica e la matematica non entrano se non marginalmente nella sua realizzazione.  Al massimo serve sapere che la forza di gravità può essere sfruttata per far sedimentare meglio i vari componenti ma la cosa finisce lì.

A causa di questa differente origine volendo dirigere i propri sforzi nella realizzazione dell’auto-trasporto del cotechino verrebbero a sorgere inevitabilmente una quantità di problemi complessi e difficilmente superabili, svantaggi che non sarebbero in alcun modo compensati dal superamento del piccolo problema dell’abbattimento del costo dei trasporti tradizionali, ma ne aggraverebbero anzi ulteriormente il quadro.

Per fare qualche esempio, pensiamo al problema della conservazione dell’alimento durante il tragitto,  alla sua esposizione agli agenti atmosferici, ma pensiamo anche al pedaggio autostradale con la necessità di creare tariffe differenziate nella gamma Telepass e non possiamo neanche ignorare il problema della sicurezza del trasporto che si porrebbe inevitabilmente, data l’appetibilità del soggetto e della facilità con la quale si potrebbe attuarne il furto, sempre che non si riuscisse ad ottenere una velocità di crociera molto elevata.

Ma le difficoltà inerenti alla progettazione del cotechino a motore sono ancora più intrinseche. Se noi aggiungessimo alle carni e alle parti di suino testé dette, oltre alle spezie ed erbe aromatiche anche, tanto per dire, della pasta di ceci, della vaniglia in stecchi o della colla di pesce il sapore del cotechino ne risulterebbe molto alterato: Il valore effettivo del cotechino ne risulterebbe sminuito. La concezione quindi di un motore che possa essere integrato in un cotechino presenterebbe il grande handicap della disomogeneità di gusto e olfattiva dei suoi componenti rispetto a quella ricetta originale che lo rende tanto apprezzato e desiderabile sulle nostre tavole soprattutto durante le festività Natalizie.

Occorrerebbe quindi vincere una sfida quasi impossibile: costruire un motore commestibile si, ma anche fatto esclusivamente di lardo, cotenna e carne magra, e come parti dure non andare oltre a pochi grani di spezia. Non dubito che l’ingegno umano riesca un giorno a sormontare anche questo ennesimo ostacolo, ma ciò non risulterebbe ancora sufficiente, e come nel progetto di un viaggio spaziale ogni difficoltà superata ne porta alla luce e ne rivela un’altra prima impensabile, si presenterebbe, seppure col motore adatto, il problema del combustibile.

Voi mi direte, arguti come siete: il grasso brucia! Si, ma bruciato il grasso , a parte il problema dello smaltimento delle parti trasformate dalla combustione che non sono più commestibili, occorrerebbe tarare molto esattamente la quota di grasso da destinare al trasporto per non sguarnire a fine viaggio il cotechino di una componente così importante per la sua completezza alimentare.

Pertanto sulla base di ogni tratta e di ogni percorso si dovrebbe definire con buona approssimazione la percentuale di grasso aggiuntivo da utilizzare come puro combustibile, anche se non si porrebbe peraltro il problema di viaggi più lunghi del previsto a causa di traffico intenso, in quanto il cotechino rimanendo delle dimensioni attuali riuscirebbe a districarsi agevolmente anche negli ingorghi più serrati.

A questo punto vi sarete resi conto che se non vi foste dedicati alla lettura di queste divagazioni avreste potuto trascorrere con maggior profitto il vostro tempo passeggiando, cucinandovi un uovo o magari telefonando a un amico. Mai un cotechino potrà sperare di assurgere ai fasti della motorizzazione né un motore potrà mai ambire ad essere straordinariamente buono come il cotechino. E’ un matrimonio che non s’ha da fare, un amore impossibile. Sono quindi d’accordo con voi quando asserite che la lettura a volte è proprio una seccante perdita di tempo.

Se non ostante la evidente inconsistenza del tema ho provato ugualmente a svilupparlo non ho alcuna scusante a mio favore se non la testardaggine, né cercherò di giustificare quanto ho scritto e questo non per atteggiamento beffardo o sprezzante, ma perchè nessuna giustificazione riesco a trovare per quanto mi sforzi.

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